Da dove vengono le cose che usiamo? Un gioco basato sulla Mindfulness per insegnare la Gratitudine ai bambini.

Illustrazione: Esploriamo l’interdipendenza: da dove vengono le cose che usiamo? Perché dipendiamo dagli altri e dall’ambiente?

Prendiamoci un Caffè

Trovarci in una pandemia ha sconvolto le vite di tutti, chi più chi meno. Ogni situazione è differente, e per ognuno sono nate delle sfide. Questo però ci ha fatto riflettere un po’ tutti su un particolare aspetto: condividiamo lo stesso ambiente, e siamo collegati gli uni agli altri. Una riflessione che ha portato, per alcuni, nuove risposte. Altri invece avevano, già da tempo, preso nuove strade.

Thanks a Thousand è un libro che ci ricorda l’incredibile interconnessione del nostro mondo. Ci mostra quanto noi diamo per scontato. L’autore bestseller del New York Times A.J. Jacobs ha deciso di ringraziare ogni singola persona coinvolta nella produzione della tazza di caffè che beve ogni mattina. Il risultato è stato un percorso che lo ha fatto viaggiare attorno al globo, trasformando la sua vita, rivelando sorprendentemente come la gratitudine può renderci più felici, più generosi, e più connessi.

Obiettivo del gioco

L’obiettivo di questo gioco è creare una condivisione un po’ speciale col nostro bambino nel qui e ora, per poi metterci in relazione con tutto il resto, il mondo in cui viviamo, le sue creature, l’universo. Questa rete di legami viene detta interdipendenza.
Prendiamoci una meritata pausa, uno spazio tutto per noi, in modo diverso dal solito. Immaginiamo il nostro bambino come qualcuno di interessante da scoprire, da invitare per un caffè

Quali sono i benefici.

Questo gioco può migliorare la vicinanza tra te e il tuo bambino aiutandoti a vedere il mondo attraverso i suoi occhi, passare del tempo speciale con lui, facendo entrambi una pausa rilassante.
Questa attività aiuterà il tuo piccolo ad integrare io e noi 1, a percepirsi come parte di una relazione amorevole, di una famiglia, di una comunità, dell’umanità intera ed infine di tutto il cosmo.

Occorrente

Tazzine 
Caffè d’orzo, thè deteinato, o tisane di frutta

Procedimento

  1. Preparatevi al gioco. Spiega al tuo piccolo che vuoi passare del tempo speciale con lui/lei, e che per questo hai pensato quel giorno di invitarlo per prendervi un caffè insieme. Puoi farlo sia di persona che fingendo di fare una telefonata. Aspetta la sua risposta affermativa e programmate insieme il tipo di posto dove “andare”, se un bar o una sala da thè, oppure a casa di uno o dell’altro. All’ora indicata fate in modo che tutto sia pronto: un piccolo tavolo con sedie, tazzine, e tutto quel che vi viene in mente, che si accorda con l’ambientazione prescelta. Prepara infine il caffè, o un’altra bevanda ( orzo, thè deteinato, tisane di frutta ). Metti via il cellulare, fai in modo di essere tranquilli fra di voi, e prendete posto.
  2. Prima affermazione: “Ciò che ci unisce, qui ed ora, è questa tazzina di caffè, e possiamo farne esperienza insieme, pienamente”.
    Immergetevi nei vostri sensi
    . Aprite bene occhi, orecchie, tatto gusto e olfatto. Dirigi tutta la tua consapevolezza sulla tazzina di “caffè”, e sul tuo bambino.
    Quando arriveranno i tuoi amici pensieri ( la lista di cose da fare che ti aspettano ecc..) salutali, ringraziali e con gentilezza lascia che si dissolvano, portando di nuovo la tua attenzione ai sensi.
    Assaporate e percepite tutte le qualità di questo caffè. Portate l’attenzione ai vari aspetti, cercando di condividere le vostre impressioni. La chiave è sentire, senza analizzare. Inizia tu stesso a descrivere le impressioni sulla bevanda (suono del cucchiaino nella tazza, temperatura, profumo, sapore, colore ecc..) , fermandoti quando il tuo piccolo incomincerà a raccontare le sue. Dovresti adattare il dialogo in base all’età del tuo bambino, partendo da osservazioni molto semplici per i piccoli, ad esempio che colore è, se è freddo o caldo, di cosa sa ecc.., fino ad arrivare ad aspetti più sottili (per i più grandi ad esempio, il gusto si può descrivere con un inizio, un corpo e una coda).
    Tornando ripetutamente ai vari aspetti della tazzina di caffè, state coltivando la capacità di concentrarvi. Fà attenzione a non porti l’obiettivo di insegnare qualcosa al tuo bambino: non è una lezione di scienze. Accetta quindi qualunque sua osservazione con curiosità.
    Infine potete constatare le emozioni presenti in voi, se sono positive, quali sono, se sono cambiate rispetto a prima.
  3. Seconda affermazione. Questo caffè, non solo unisce me e te, ma unisce noi a tutto il resto.
    Come è possibile per noi, ora, poter essere qui a gustare questo caffè?
    Quali cose e persone hanno contribuito a coltivare, fabbricare, portare questo caffè in casa nostra?
    Anche in questo caso dovresti fare attenzione variando il livello in base ciò che il tuo bambino è capace di comprendere. Un esempio per bambini piccoli può essere spiegare quali frutti sono presenti nella tisana, come sono maturati sugli alberi, come qualcuno li ha raccolti, messi nella bustina e qualcun altro li ha portati al negozio dove li abbiamo comprati. Anche in questo caso puoi iniziare dando tu le informazioni, ma senza voler insegnare ed ascoltando attentamente anche le sue opinioni. Stiamo imparando a vedere ciò che solitamente è oscurato, l’obiettivo è mostrare quante connessioni invisibili esistono in una semplice tazzina di caffè.

Giocare è una cosa seria

Come afferma L.J.Cohen nel suo libro “Playful parenting: An Exciting New Approach to Raising Children That Will Help You Nurture Close Connectionsgiocare “seriamente” coi tuoi bambini ha tanti benefici sia per loro che per te. #playfulparenting è un modo per entrare nel mondo di un bambino, con i suoi modi, per incentivare vicinanza, fiducia e connessione.


Il gioco può avvenire in qualsiasi posto e in qualsiasi momento, non solo nei tempi prestabiliti. Si inizia giocando, ma si sta realizzando molto altro: dal confortare un bimbo che piange al fare commissioni insieme; dalla lotta di cuscini al togliere le rotelle alla bici; dal negoziare regole a gestire un crollo emotivo per una caduta al parco; dal prepararsi per andare a scuola all’ascoltare paure e sogni di un bambino prima di andare a letto. Ma perché questo succeda, dobbiamo esser pronti a deporre il nostro bisogno di controllo.

E voi, quando e dove giocate coi vostri bambini? Siete capaci di lasciarvi andare? Raccontatemelo qui nei commenti.

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Note

1 Guarda il video, Daniel Siegel me + we = Mwe

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