Illustrazione realizzata da Alice Rinaldi 1

Il ristorante

Ti è mai capitato di pensare “ ma perché devo sempre fare tutto io ”, ed accorgerti che i compiti quotidiani in casa, come ad esempio la gestione della cena, si sono appiccicati addosso a te, senza che sia stato discusso prima? Ti succede mai di non trovare l’opportunità per parlare con il tuo partner, perché siete entrambi presi dal lavoro, dall’organizzazione della casa e dal rispondere alle richieste dei vostri bambini? Ti piacerebbe uscire dalla routine e portare una ventata di novità nella tua famiglia?

Se hai risposto sì ad almeno una di queste domande, questo gioco fa per te.
Rilassati, siediti al tuo posto, e aspetta che qualcun altro si occupi di te. Sembra strano, ma questo qualcuno può essere il tuo bambino…

Non hai sempre bisogno di un piano. A volte devi solo respirare, fidarti, lasciarti andare e vedere cosa succede.
Mandy Hale


Attività

Questa attività consiste nel trasformare la propria casa in un ristorante.
I genitori saranno i clienti, mentre i bambini saranno i proprietari.

Per prima cosa dovrai chiamare il tuo bambino e proporre l’attività: spiega cosa state per fare, decidete come organizzarvi, tutto in considerazione delle sue capacità, delle regole di sicurezza e degli strumenti presenti in casa che potrà utilizzare. Il tuo compito è permettere al bambino di decidere cosa preparare, in modo tale che possa realizzarlo autonomamente. Puoi decidere di preparare dei semilavorati per facilitarlo. Il tuo bambino dovrà cucinare o comporre le pietanze per voi genitori. Può anche occuparsi della tavola e dell’allestimento, mettere della musica e quant’altro. Quando tutto sarà pronto, dovrà farvi accomodare a tavola e servire il pasto, come se fosse un cameriere. Se il bambino è abbastanza grande, dovrà rispondere alle vostre esigenze (portare da bere, pane, ecc).


Pratica

Durante tutta l’attività, osserva attentamente la situazione, ascolta il tuo bambino, osserva gli altri familiari sforzandoti di mantenere un’atteggiamento di curiosità aperta: non giudicare, non anticipare ciò che accadrà, non intervenire, a meno che non sia strettamente necessario. Allo stesso tempo mantieni una parte della tua attenzione rivolta al tuo interno: nota le sensazioni fisiche, emozioni e pensieri che ti attraversano in risposta ai vari eventi.

Cosa immagini possa risultare da un gioco come questo? Una mamma ha provato l’attività, ed in seguito le ho fatto alcune domande: ecco cosa ha risposto.


Intervista

  1. Che età hanno i tuoi bambini?
    Hanno 5 e 7 anni

  2. Hai mai praticato la mindfulness prima d’ora?
    Si, seppur non mi reputo esperta. Mi è stato consigliato il libro Dovunque tu vada, ci sei già di Jon Kabat-Zinn, che ho letto con molto interesse. E recentemente ho seguito, a livello aziendale, degli incontri di meditazione Chan.

  3. Racconta brevemente come hai presentato l’attività alla famiglia. Hai deciso tutto tu, oppure avete collaborato per organizzare lo svolgimento?
    Abbiamo collaborato. La sera prima i bambini avevano avuto l’idea di preparare un toast per noi genitori. Ho approfittato proponendo quindi l’idea di preparare qualcosa per fare una sorpresa a papà. Non hanno gradito l’idea del ristorante, ma hanno voluto invece giocare all’inversione di ruoli: l’ambiente quindi sarebbe rimasto la nostra casa, ma i bambini avrebbero fatto i genitori, e viceversa.

  4. Racconta le prime reazioni dei tuoi bambini e del tuo partner alla presentazione.
    Quando ne ho parlato, all’inizio, ero un po’ agitata perché temevo che i bambini rifiutassero, essendo una proposta che partiva da me. Ma invece la loro reazione mi ha sorpreso, perché è stata molto positiva, soprattutto del mio bambino più grande, che ha subito pensato tantissime idee su cosa poter preparare. L’unico feedback negativo è stato quando ho proposto di fare come se fosse un ristorante: e quindi, di comune accordo,  abbiamo cambiato rotta.
    Il mio partner ha preso la cosa con molto entusiasmo, anche se ho dovuto rassicurarlo riguardo qualche piccola ansia relativa alla sicurezza di questo gioco, e se i bambini sarebbero stati in grado di farlo.

  5. Racconta com’è andata.
    È andata molto bene. Ho detto ai bambini: “adesso io e papà andremo di là in camera, mentre voi dovrete preparare i cibi senza dimenticare di apparecchiare la tavola. Quando sarà tutto pronto, verrete a chiamarci“. I bambini non stavano più nella pelle. Io e il mio compagno ci siamo chiusi in camera ed essendo un po’ titubanti, di tanto in tanto sentivamo l’esigenza di origliare alla porta. Ma poi io ho cercato di dirgli che dovevamo invece rilassarci e goderci il momento presente.
    Ad un certo punto il mio bimbo più grande è venuto in cerca di aiuto chiedendomi di cucinargli un sofficino, da usare per la composizione dei piatti. Ho accettato, cercando di non guardare mentre lo cucinavo.
    Quando i bambini sono venuti a chiamarci, siamo entrati nella stanza: la tavola era apparecchiata, e, nonostante alcuni tovaglioli un po’ arruffati ed un pan bauletto aperto sul tavolo, tutto era a posto: piatti, posate, bicchieri tutti uguali per ogni persona, e al centro persino un bicchiere con dei fiori che i bambini avevano colto il giorno prima.
    Per noi c’erano due toast farciti con mezzo sofficino, mozzarella, pomodorini tagliati e salmone affumicato, presentati aperti. Sul piatto del figlio più grande c’era un toast con solamente mozzarella e salmone, e su quello della sorellina c’era un piatto di ravioli col pesto, che era del giorno precedente. Eravamo emozionati. Ma poi c’è stato un momento di disagio, perchè la sorella non considerava giusto esser l’unica senza toast, ed ha iniziato a piangere. Ho resistito alla tentazione di risolvere io questo problema per loro, e ho suggerito alla sorellina, se non le andava bene quella situazione, di parlare con il fratello per cambiare ciò che c’era nel suo piatto. Noi genitori abbiamo lasciato i due fratellini di nuovo soli, perché potessero risolvere la situazione collaborando insieme. Dopo aver discusso, sono riusciti a gestire la cosa, preparando un toast anche per la sorellina più piccola.

  6. Dicci di più sulla tua personale esperienza: hai assaporato il momento, sei stata serena anche convivendo con l’incertezza? Oppure è stato un po’ complicato? Quanto ti sei lasciata andare e quanto hai pensato di controllare la situazione?
    Durante l’attesa sono riuscita a rilassarmi e dare fiducia ai miei figli. Era più il papà che si preoccupava, quindi io l’ho vissuta bene. Quando la mia bambina si è messa a piangere, sono stata inzialmente presa dall’irritazione, e ho reagito volendo prendere il controllo della situazione. Però poi, facendo una pausa, ho capito che la mia sarebbe stata una reazione non ottimale, quindi ho poi scelto di intervenire comunque dando una direzione, ma dando ai miei bambini spazio, e la possibilità di elaborare da soli la soluzione per loro più giusta.

  7. Vi siete divertiti? È successo qualcosa di bello? Qualche inconveniente? Qualcosa che ti ha sorpreso?
    Io personalmente mi sono divertita molto. Il momento più bello è stato l’attesa iniziale: c’era molta aspettativa. Ed anche il momento in cui abbiamo visto quello che i bambini hanno fatto è stato emozionante. Li abbiamo riempiti di abbracci e di baci. Non mi aspettavo che riuscissero così bene a preparare tutto!
    L’inconveniente c’è stato, ed è stato quello dei ravioli avanzati, però alla fine sono stata contenta dell’esperienza.
    Mi ha sorpreso e mi è piaciuto vedere il fratello maggiore ed il suo spirito di iniziativa: ha preso in mano la situazione con sicurezza, si è coordinato con la sorellina, e mi è piaciuto vedere dell’entusiasmo nel suo sguardo, nel suo modo di raccontare come si era organizzato. È sì grandino, ma prima di fare questa attività non pensavo sarebbe stato in grado di riuscire a fare queste cose.

  8. Dovendo ripetere l’esperienza, quali accorgimenti prenderesti?
    Cercherei di pensare bene, e poi mettere in chiaro quello che è concesso fare, e quello che non è ammesso, per la loro sicurezza. Il consiglio che darei è: meglio una raccomandazione in più che una in meno.

  9. Dopo aver fatto il gioco, è cambiato qualcosa nella tua famiglia, oppure nei rapporti tra voi?
    Si, secondo me è cambiato qualcosa. Nel senso che è aumentata un po’ la mia mi fiducia nei loro confronti: aver creato questo momento mi ha fatto capire che sono in grado di fare cose che non immaginavo potessero fare.
    Per quanto riguarda loro, sono diventati più autonomi, ad esempio nel prepararsi la merenda, e qualche volta il mio bambino grande si propone: “oggi cucino io”. Poi magari non sempre c’è la possibilità, però apprezzo la sua iniziativa. Un’altro aspetto è che nella preparazione delle pietanze i due fratellini riescono a collaborare bene fra loro.

  10. Lo consiglieresti ad altre famiglie?
    Assolutamente si, lo consiglierei perchè potrebbe essere un’esperienza che vi potrebbe sorprendere e potrebbe migliorare delle dinamiche abitudinarie nelle quali sono mamma e papà ad occuparsi di tutto. Decidendo i bambini cosa portare in tavola, anche il discorso “questa cosa non mi piace” va via. Quindi lo consiglierei a famiglie che se la sentono di affrontare questa incertezza. Magari qualcuno non se la sente, ma io lo trovo bello: puoi ammorbidire le tue rigidità, aumentare la fiducia nei tuoi piccoli, aumentare la loro autonomia, autostima, voglia di fare.


Tutte le famiglie che hanno bambini almeno in età prescolare possono provare questa attività.
Se vuoi leggere consigli su come organizzarti, su cosa un bambino può fare in base al suo sviluppo, vieni a vedere il post Lavorare in casa con consapevolezza nel gruppo Facebook bubuset.
Poi facci sapere com’è andata, raccontando la tua storia qui nei commenti.

In conclusione

E importante che ciascun bambino possa sentirsi amato ed apprezzato in modo unico e speciale, ed abbia la possibilità di intessere scambi all’interno del nucleo familiare per sentirsene parte, e per provare la gioia e i benefici che dare il proprio contributo può portare.

Se vuoi scoprire un’altra attività per onorare lo spirito di ciascuno dei tuoi bambini sottolineando la loro unicità e migliorando le dinamiche tra fratelli, leggi l’articolo: Un Libretto Speciale.

1 Alice Rinaldi UI / Visual Design, Illustration, Animation

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